Ricostruzione areola capezzolo

La ricostruzione mammaria è un momento molto importante nel recupero psicosociale di una donna che ha dovuto lottare contro il tumore al seno.

La ricostruzione mammaria è un momento molto importante nel recupero psicosociale di una donna che ha dovuto lottare contro il tumore al seno.

Dopo una mastectomia, infatti, la ricostruzione del capezzolo e dell’areola rappresentano il completamento dell’iter ricostruttivo e sono fondamentali per ridare al seno un aspetto gradevole.

Infatti, a meno che si utilizzino tecniche chirurgiche che prevedono il risparmio dell’areola e del capezzolo durante l’intervento demolitivo, al termine di una ricostruzione mammaria (non importa se eseguita con espansori o con tessuti propri), sarà necessario ricostruire anche il complesso areola capezzolo.

La dimensione, la posizione, la proiezione e il colore dell’areola-capezzolo sono fattori determinanti per la riuscita estetica della ricostruzione.

Le pazienti che hanno subito interventi demolitivi, con asportazione del complesso areola-capezzolo (per un tumore, un trauma o un problema congenito), continuano a provare un disagio psicologico anche molto tempo dopo la ricostruzione mammaria; viceversa, la ricreazione del complesso areola-capezzolo può ridurre questo disagio.

Diversi studi hanno dimostrato infatti come questo intervento correli con il grado di soddisfazione della paziente e l’accettazione della propria immagine corporea, aumentando sensibilmente il risultato ricostruttivo.

Il miglioramento ottenuto, grazie alla ricostruzione areola-capezzolo, è dimostrato dai risultati di un’indagine psicologica retrospettiva, che ha confrontato il livello di soddisfazione delle donne che avevano subito la ricostruzione del seno con o senza ricostruzione areola-capezzolo; una correlazione altamente significativa è stata osservata tra il livello di soddisfazione e la presenza del complesso areola-capezzolo.

Per ottimizzare il posizionamento del capezzolo, è raccomandabile attendere fino al completo assestamento del seno ricostruito (6-12 mesi dopo la ricostruzione); proprio per questo motivo capita che tale intervento non venga effettuato, in quanto la paziente preferisce evitare il ricorso ad ulteriori interventi chirurgici.

Le tecniche attuali di ricostruzione dell’areola e del capezzolo sono in grado di fornire un risultato duraturo e gradevole.

L’intervento può essere eseguito in modo sicuro in anestesia locale e in regime ambulatoriale e dura generalmente 45-60 minuti.

Dopo l’operazione, la ferita viene coperta con una medicazione per evitare infezioni e assorbire eventuali emorragie che possono verificarsi.

La rimozione dei punti avviene dopo circa 7-10 giorni e la completa guarigione in 15-20 giorni.

Esistono diverse tecniche per ricostruire il complesso areola-capezzolo nella donna mastectomizzata e, trovano le proprie indicazioni nei pazienti, in base alle singole problematiche cliniche.

Non esistono controindicazioni generali alla ricostruzione del complesso areola-capezzolo.

Naturalmente è comunque essenziale la valutazione anamnestica e clinica della paziente, che può controindicare la procedura in casi particolari.

Infatti, ad esempio, quando i tessuti cutanei e sottocutanei mammari si presentano di scarsa qualità, per esempio per trattamenti con radioterapia, può esserci un aumentato rischio di complicanze e di un risultato non soddisfacente.

Inoltre, la presenza di precedenti cicatrici della mastectomia va valutata attentamente, onde evitare di compromettere l’afflusso di sangue al capezzolo ricostruito.

Il problema più comune, successivo alla ricostruzione, è la perdita nel tempo di proiezione del capezzolo e di pigmentazione dell’areola, che, a volte, necessita di un intervento secondario di revisione a distanza di anni.

 

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Giuseppe Bruno
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